Tengo miedo @Zara

2381301091_2_1_1Ossia: ho paura. E c’ho proprio il terrore negli occhi e il freddo nel cuore quando vedo questi scempi, questi incubi per piedi che non oso immaginare addosso neanche alla mia peggior nemica. E di pessime ex amiche ne ho anche tante.
C’è che Zara ha fatto una collezione di scarpe, passatemi la parola, di merda. Si, scarpe di merda.
Proprio stamani un’amica mi ha teneramente rimproverato di non usare questo termine e il simile “fa schifo“, perchè non è detto che sia una cosa universale, che il bello e il buono sono dati soggettivi e che.. si, c’ha ragione, ma io “un ce la fo“. Son proprio brutte.  Continua a leggere

Lo scempio modaiolo

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Buonasera bimbe 🙂  Avrei voluto deliziarvi prima con un nuovo articolo, ma sono stata assorbita dal lavoro (per fortuna, non lamentiamoci mai quando ce l’abbiamo) e dalla Radio, con una mattinata ricca di emozioni passata a intervistare in inglese -non maccheronico XD – gli studenti della New Haven University che studiano a Prato.
Ieri pomeriggio passeggiavo per il centro e sono riuscita a spendere quattrini (pochi) per una spesa inaspettata: un trench stupendo beccato ai saldi dell’ultimo momento. Ma per parlare di lui (Gloria lo adorerai, lo so) c’è tempo… Oggi volevo dedicarmi a un argomento che mi sta molto a cuore. Le scarpe da zoccola. Continua a leggere

Pennelli La Gardenia: troiai a 6 euro

Non comprateli. Solo questo. EVITATELI. Erroneamente sono cascata nella rete delle poracce che comprano pennelli da trucco a basso costo. Per  solo 5,90 € mi sono portata a casa un set di pennelli orticanti compreso da pennellone da blush, pennello sfumino per ombretto, pennello a lingua di gatto grande per correttore e pennellino piatto per sfumare l’ombretto. Mercoledi scorso ho sfumato una mini pallette di Kiko che ho da un anno, quindi ancora buona, con i pennelli nuovi, tutta gasata e sentedomi uno scalino in più vicino al sapermi truccare… Risultato: mi sono svegliata giovedì mattina con due orzaiole da paura. Non riuscivo ad aprire gli occhi, sembravo Maggie Simpson.Il pennello per il blush sembra fatto di burro fuso, non riesco a stendere il prodotto sulle guance perchè non solo non cattura bene la polvere, ma non riesce a stare rigido quel che basta sul viso. I pennelli per gli occhi mi hanno causato irritazioni che mi porto dietro ancora oggi a distanza di una settimana. Già odiavo le profumerie La Gardenia perchè hanno prezzi maggiorati rispetto alle altre profumerie (pensate che il mio amatissimo Pan Stick di Max factor costa 5 euro in più rispetto a quello che trovo da Limoni), adesso ci metto il crocione sopra. Ho provato a lavarli con acqua calda corrente, vorrei passarci sopra un disinfettante, ma non oso.. e poi non ho ancora avuto il coraggio (nè il modo, dato che ho le palpebre incrostate) di riprovarli dopo il lavaggio… avete qualche saggio consiglio per me???? Grazie in anticipo 😀

Le spose bagonde

Tulle, tulle come se non ci fosse un domani. Nuvole chiare che coprono il corpo, bustini così stretti che mi hanno fatto pensare alla scena di Via col Vento in cui Mamy dice: “non respiri Mis Rosella!”; poppe al vento, lustrini e perline. Scomodità più totale. E’ questo un abito da sposa. Complice il programma “Abito da sposa cercasi” e la mia più totale incomprensione della necessità di sposarsi e, soprattutto, di avere una cerimonia costosa, io e la mia amica Elisa, abbiamo deciso di “sposarci”. Continua a leggere

La borsetta di Joey

Dopo un’attenta riflessione in seguito al post di ieri sui maschi virili, ho deciso di fare un altro articolo dedicato sempre all’altra metà del nostro cielo. Ieri vi ho parlato dell’uomo grissino, il radical chic, come lo chiama Elisa, mingherlino, con lo stile da finto nerd (a proposito, tu che sfotti tanto i nerd, pensa un po’ che senza di loro non potresi trastullarti con I-Phone e Android, capra) e le ossicine rachitiche. Oggi, invece, concentrerò l’attenzione sull’altro uomo da evitare: il tamarro. Continua a leggere

Piuttosto ci vo scarza…

Durante l’esame di storia del costume e della moda, io e la mia professoressa stavamo discutendo sul fatto che indossare il busto nell’800 fosse una forma pura di maschilismo ed affermazione del ruolo maschile nella società europea: la donna non era altro che una bambolina fragile, non adatta a lavorare (e ci credo, provateci voi con il busto!!) il cui ruolo, dunque, restava il classico vittoriano “angel in the house”. Il busto veniva usato sia come strumento di esaltazione di un armonioso e sensuale corpo femminile, sia come tremenda gabbia sociale. Io stavo discutendo su quanto fosse ai limiti della civiltà imporlo alle bambine, stavo riportando fatti accaduti di donne uccise dalla morsa del busto, di organi interni spostati, spiaccicati, quando lei, spavalda e geniale, mi fa: perchè le scarpe di oggi non possiamo considerarle nipoti del busto (ricordandomi che il busto nelle occasioni ufficiali era necessario per permettere alla donna di stare ore ed ore in piedi)? Continua a leggere

La teoria delle infradito

Finalmente, l’estate.

Siamo ancora a maggio, ma io nelle mezze stagioni ci spero sempre…  mi sono accorta che l’estate era arrivata quando ho visto il gatto spiattellarsi sulle mattonelle fresche, andare a dormire sotto il letto dei miei nelle ore della mattina, sentire la copertina in cotone sul mio letto pesante come se fosse un piumino e iniziare ad usare il climatizzatore puntandolo in modalità 4 su viso e piedi.

Poi mi sono guardata attorno e, come ogni estate, mi sono trovata a rabbrividire in un mistone tra l’orrido e lo schifato alla vista della cosa che più odio dei mesi estivi: le infradito in città.

Nelle scuole, all’università, nei negozi, negli uffici, eccole li, da maggio a settembre, orride ciabattine che, seppur con vene sofisticate, sempre ciabatte rimarranno. Non c’è più un contegno, un decoro, perchè oggi si indossano le ciabatte anche per andare a cena fuori il sabato sera. Ieri in gelateria c’era una tizia con le havaianas rosa: ma si può? In città c’è di tutto, dalle cacche di cani ai mozziconi di sigaretta, alle gomme che ripetutamente mi ostino a pestare contro la mia volontà; dai i tubi di scarico delle macchine, alla polvere che si alza con il vento (e Prato è ventosa). Per favore, non adducete scuse assurde del tipo “fa caldo e il mio piede deve respirare”, perchè ci vuole sempre un contegno. Evito di andare all’università con le magliette troppo scollate, non capisco perchè molti invece si permettono di andare a lezione o a fare esami con le ciabatte. Volete pure un ombrellone o vi basta un po’ di crema abbronzante? E poi quel rumore odioso che fa il piede mentre cammina, quel rumore che nasce quando il tallone si stacca e si appiccica alla suola della ciabattina, rumore che tocca sia le havaianas che le infradito con il tacco.

E non venite a recriminare il fatto che ci sono ciabatte e sandalini, che le havaianas sono di gomma e adatte per mare e piscina, mentre esistono infradito chic con lustrini, strass e pietre: sempre di ciabatte stiamo parlando (un po’ come se fosse un maiale rivestito a festa, sempre di maiali si parla).

Ok, io forse esagero perchè l’estate i miei piedi la passano coperti dentro graziosi calzini e Converse, oppure nelle ballerine che, si sa, con 35 gradi all’ombra, è bene non togliere mai…Ma a questo punto mi chiedo: è meglio un piede un po’ sudaticcio, oppure un piede zozzo? Io ho visto come diventano neri i piedi dopo una giornata a passeggio in centro a Firenze o a Prato, ho visto come si anneriscono i talloni e la parte laterale esterna del piede. Una volta ho provato anche io, ho voluto testare e al mio ritorno a casa ero disgustata dalle zozzerie che ero riuscita a raccogliere.  Ammetto che esistono modelli di sandalini/ciabatte che sono davvero carini, io stessa ne ho comprati due paia lo scorso anno e sono perfetti per la spiaggia o per la piscina, ma proprio non riesco a pensarli per vivere le strade della città, mi rifiuto.

E i peggiori di tutti sono gli uomini. Quei piedoni pelosi mostrati con disinvoltura per me sono pessime visioni che mi fanno rimpiangere i tempi delle Timberland.